Dedicato a Hathor e a Horus, il tempio di Hathor a Dendara fu fondato sotto Pepi I, durante la VI Dinastia. Nel corso del Nuovo Regno, fu abbellito, restaurato e ingrandito da Tutmosi II, Ramses II e Ramses III. L’edificio attuale è di epoca tolemaica e romana, anche se sono riconoscibili costruzioni anteriori. All’interno di una grande cinta in mattoni crudi, che si apre per mezzo di un portale, si trovano numerosi edifici più o meno ben conservati. Sei enormi colonne, riunite da muri fino a mezza altezza, formano la facciata, dietro la quale vi è la sala ipostila con altre diciotto maestose colonne; i capitelli a testa di Hathor hanno la forma di sistro, strumento dedicato alla dea. In un angolo, sul soffitto, è possibile vedere una rappresentazione della dea Nut nella sua caratteristica posizione piegata ad arco; le immagini sacre sono state tuttavia sistematicamente sfigurate dai copti. Nelle pitture e nei rilievi appaiono molti imperatori romani abbigliati da faraoni; tra questi è stato possibile identificare Augusto, Caligola, Tiberio, Nerone e Claudio, Cesare, Cleopatra e suo figlio Cesarione, tutti in atto di sacrificare agli dei egiziani. Nel sacrario retrostante vi è una seconda sala minore ipostila, o "Sala delle offerte", con cappelle ai lati. Un vestibolo immette nel santuario, che conteneva il naos, o custodia della statua della dea, e le barche sacre. I rilievi della decorazione illustrano le fasi del rito. Attorno al santuario, un corridoio dà accesso a undici cappelle. Caratteristiche e particolari sono le cripte decorate, ricavate su tre piani nello spessore della muratura esterna, che fungevano da nascondiglio degli emblemi e degli strumenti del culto, nonché delle ricchezze del tempio.